cymbae
Marito e padre quasi cinquantenne, ma ancora non mi arrendo a me stesso. Procrastinatore patologico, depresso latente, pessimista nato. Confuso, in perenne ricerca di me stesso e della felicità. Forza di volontà inesistente. Amo mia moglie ed i miei figli, ma riesco ad essere importante per loro solo parzialmente e con fatiche devastanti. Ho un senso di colpa pantagruelico per aver conosciuto ed amato la prima e messo al mondo i secondi. Senza di me avrebbero avuto una vita migliore, soprattutto i figli: non sarebbero esistiti! Credo di non aver mai stimato i miei genitori, a volte me ne sono anche vergognato. Mia sorella è lontana, non solo fisicamente. Da molto che non ci avviciniamo, credo dipenda da me.
Penso sempre al passato con nostalgia dei tempi andati e con rimpianto per strade non calpestate e per i treni su cui non sono salito. Ho una paura terrificante del futuro, delle tecnologie dilaganti e del mostro neoliberista che le controlla. Odio i borghesi ricchi che si sentono invincibili ed il popolino povero, ignorante e banale in egual misura. Lotto continuamente con me stesso per migliorarmi, ma ci riesco raramente.
Vorrei poter capire la filosofia e apprendere dalla letteratura, ma mi infilo in tunnel intellettuali che comprendo parzialmente e con grande difficoltà. Da poco ho scoperto di adorare John Steinbeck, ma di non capire Stanisław Lem: entrambe le scoperte non hanno cambiato la mia vita. Amo fotografare, ma non so farlo. Amo l'astronomia, ma non la pratico. Damolti anni leggo di crescita personale: credo che siano delle banalità, ma continuo a farlo. Penso che queste letture allontanino lo piscologo, ma forse sarebbe necessario comunque. Ma non posso permettermelo.
Sopravvivo studiando con difficoltà, competenze che non ho mai aprezzato, quelle informatiche, ma che mi danno quel poco sostentamento che sono riuscito a ricavare. Non ho amici e ne ho sempre avuti pochi, un po' a causa mia, un po' per incontri sfortunati, un po' perchè credo di non sapere esattamente cosa sia l'amicizia. Faccio una vita che molti invidierebbero, ma solo se la si osservi superficialmente, e sopratutto, non per merito mio.
Non so scrivere, ma mi ostino a farlo.